Il Barbagianni Editore. Una storia tutta italiana

Pubblicato il

Nel 2012, a Roma, è nata una casa editrice indipendente che realizza libri e giochi per avvicinare adulti e bambini. Si chiama Il Barbagianni Editore e tutti i prodotti che realizza sono stati fatti in Italia, da artigiani esperti, con materie prime di qualità. Nel catalogo possiede albi illustrati, giochi a schede, libri di gioco e di didattica. Fra le collane che hanno attirato più attenzione nell’ultimo periodo c’è “Il Grande Nate”, una serie di gialli scritta da Marjorje Weinman Sharmat e illustrata da Marc Simont, che con i suoi misteri da risolvere ha avvicinato alla lettura generazioni di bambini negli USA e che, negli stessi, ha venduto 15 milioni di copie. Da giugno sono in libreria i primi due libri della collana e a metà ottobre arriverà il terzo, “Il Grande Nate e la falsa pista”. Per saperne di più sull’origine della collana e sulla trama delle singole uscite, abbiamo deciso di intervistare l’editore Jacopo Saraceni.

 

Per quale motivo avete deciso di portare la collana in Italia?

“Si tratta del frutto di un lungo lavoro di ricerca e selezione che operiamo costantemente in casa editrice. Questa serie ha attirato la nostra attenzione per la semplicità con cui mette d’accordo adulti e bambini. Nate, il nostro protagonista, ha un peculiare modo di prendere sul serio il proprio “lavoro” e questa caratteristica, sempre in chiave ironica, interessa i più piccoli e sorprende gli adulti. Inoltre, “Il Grande Nate” è una serie votata a promuovere la lettura autonoma nei bambini della scuola primaria e lo fa proponendo loro delle trame e degli intrecci con una costruzione della trama degna di un libro per lettori adulti. Questo e altri aspetti rendono la serie ancora profondamente attuale nonostante i tanti anni trascorsi dalla sua prima uscita”.

Come mai questa scelta è stata presa solo adesso?

“Evidentemente nessuno prima di noi ha individuato Nate o, chi lo ha fatto, non ha ritenuto che potesse essere una serie su cui puntare. Noi, dal canto nostro, abbiamo deciso di scommettere che questo fosse il momento giusto per il suo esordio anche nel nostro paese”.

Nel primo libro della collana, Il Grande Nate, il piccolo detective dal fiuto infallibile deve ritrovare il dipinto smarrito della sua amica Annie. In quale contesto si svolge la vicenda e quali sono i punti salienti?

“L’episodio ha luogo, come di consueto, nel circondario di case dove abita Nate. Il detective, una volta deciso di curare il caso, svolge le sue indagini principalmente sul luogo del “delitto”, osservando, interrogando e traendo le sue conclusioni. Determinante sarà proprio lo spirito di osservazione e la successiva riflessione… davanti a un piatto dei suoi amati pancake!”

Il secondo libro, “Il Grande Nate e la lista smarrita”, vede il protagonista al centro della vicenda nel ritrovo della lista della spesa che gli era stata affidata. Che ruolo svolgeranno i pancake, dei quali Nate è follemente appassionato, nel racconto?

“I pancake sono un “tormentone” nella serie e risultano sempre divertenti. Diciamo solo che in questo caso in particolare Nate dovrà utilizzare proprio tutti i suoi 5 sensi… anzi 6″.

Quando è prevista l’uscita del prossimo libro della collana, “Il Grande Nate e la falsa pista”? Quale sarà lo sviluppo dell’episodio?

“La falsa pista uscirà a breve, il 15 ottobre. Nate accetterà una sfida lanciata da alcuni bulli alle sue capacità investigative e dovrà vedersela con un caso reso ancora più complesso dal gioco scorretto dei suoi avversari”.

Il Covid-19 ha ritardato la pubblicazione di qualche vostro libro?

“Sì, proprio “La falsa pista”, che abbiamo posticipato a dopo l’estate. In compenso, abbiamo utilizzato il tempo di fermo per occuparci di sviluppo e di un lavoro piuttosto corposo che la casa editrice ha svolto per una grande azienda Italiana”.

Per la serie “Il Grande Nate” è stato scelto di adottare un font, EasyReading, che aiutasse nella lettura anche i soggetti dislessici. Da cosa è arrivato lo spunto per farlo?

“Ogni qual volta portiamo in Italia un prodotto straniero dedichiamo molta attenzione ad adattarlo per il nostro mercato in maniera costruttiva. Questo tipo di approccio va oltre il formato, la grafica e la copertina delle opere. Partecipiamo attivamente all’adattamento dei testi, gomito a gomito con i traduttori, e cerchiamo di cogliere gli aspetti più interessanti per il pubblico Italiano. Nel caso dell’alta leggibilità abbiamo voluto dare un valore aggiunto alla vocazione nativa di questa serie, ovvero l’avvicinamento alla lettura dei bambini delle elementari. Con EasyReading abbiamo ottenuto il doppio risultato di rafforzare questo aspetto innovandolo con un elemento inclusivo che, circa 40 anni fa, semplicemente non esisteva”.

Come casa editrice, è una decisione che avevate già adottato in passato per altri libri?

“È la prima volta che ci avvaliamo di un carattere dislexya friendly. Tuttavia, successivamente a “Il Grande Nate”, lo abbiamo già utilizzato per un altro lavoro – fuori commercio ma comunque destinato al pubblico – nel quale è stato fortemente apprezzato”.

Come pensate di comportarvi in futuro su questo tema?

“Stiamo valutando di utilizzare questo strumento ogni qual volta non sussista un impedimento concreto o una incompatibilità di tipo artistico”.